DansLaRue - Volume XV (2025)

DALLA STRADA, PER LA STRADA, DA 15 ANNI…
RESISTENZA!
Era il 2011 quando organizzammo la prima edizione della jam a Piazzale Pino Pascali. Il motivo di quella prima edizione lo abbiamo raccontato più volte: un goffo tentativo da parte dei neofascisti di appropriarsi di una cultura con cui non avevano nulla da spartire. In quella prima edizione di quindici anni fa abbiamo tracciato una linea, abbiamo ribadito che i graffiti hanno una loro storia, che nasce nei ghetti degli stati uniti, dal basso, per lasciare un segno nelle metropoli, che è naturalmente antifascista. Se infatti c’è una costante nei fascismi del passato e del presente è la perversione per l’ordine, per il decoro, una passione reazionaria che vuole mantenere le cose come stanno, nascondendo i problemi della società sotto una mano di vernice bianca. Forse anche per questo la jam che organizzarono i fascisti fu un flop, e dopo quell’anno lasciarono perdere.
Al contrario, la nostra fu un successo e decidemmo di riproporre l’appuntamento l’anno seguente, quello dopo ancora, e via dicendo fino a diventare un appuntamento annuale. Lo abbiamo fatto perché era necessario, perché organizzare una jam autorganizzata, senza gerarchie, per condividere i saperi e un momento di socialità in un mondo in cui qualsiasi cosa ha un prezzo è il nostro modo di mantenere vive le origini dell’hip hop. Mantenere quello spirito di comunità e condivisione che animava le jam dei ghetti e delle periferie, di ribellione contro la società e difesa del proprio spazio, conquistato autonomamente con le unghie e con i denti.
Viviamo in un presente in cui ogni servizio minimo è tagliato per finanziare le spese belliche, in cui i quartieri popolari vengono militarizzati sotto il controllo della polizia, e in cui il razzismo fomenta una guerra fra poveri. Chi prova ad opporsi a tutto ciò viene punito, arrestato e represso tramite leggi speciali liberticide, come il ddl sicurezza. Contemporaneamente, nei paesi del “sud” del mondo, i conflitti armati aumentano sempre più, assumendo le dimensioni di un nuovo conflitto globale. Di fronte a tutto questo, a 80 anni di distanza da quel 1945, è fondamentale tornare all’esempio della resistenza. Quello che ci ha insegnato la lotta partigiana, è che il fascismo si combatte strada per strada, muro per muro, giorno per giorno. In questi anni abbiamo cercato di dare voce alle lotte e alle resistenze che accadevano intorno a noi, nelle metropoli in cui abitiamo come in luoghi lontani da noi, da Roma alla val Susa, dal Chiapas alla Palestina. Lo abbiamo fatto utilizzando lo strumento che ci è più vicino: quello dei graffiti. Uno strumento che non è neutro e che con un semplice tratto di vernice spray porta con sé una visione del mondo. Se i graffiti ci parlano ancora oggi, e continuano a esistere in tutto il mondo nonostante la loro criminalizzazione e repressione, è perché restano lo strumento più libero per farsi strada nel presente, la voce di chi non ha voce. Desacralizzare lo spazio intoccabile di un muro bianco ha un valore immenso, vuol dire riprendersi un pezzetto del discorso pubblico in una società che punta a neutralizzare e omogeneizzare ogni critica al potere. Vuol dire resistere a un fascismo che non è finito e che continua a diffondere le sue politiche d’odio. I graffiti sono un gesto rivoluzionario. Lo ripetiamo da 15 anni e continueremo ancora per molto.
Invitiamo tutti gli amici e le amiche che ci hanno accompagnato in questi anni il 14 giugno dalle ore 10 a Piazzale Pino Pascali per un block party autogestito, dal basso, senza gerarchie o concorsi, gratuito e non in vendita. Dai breakers ai dj, dal basket al freestyle, dalle crew alle bande: all city vandals are united!
– Dans La Rue